CASALPUSTERLENGO: Vignando il buono tira fuori le unghie


CASALPUSTERLENGO: Vignando il buono tira fuori le unghie


C’è il marchio del lungo 20enne nel successo dell’Assigeco che torna in vetta «Il coach mi ha ridato fiducia e l’ho ripagato con una bella gara» Una serata per riscrivere le proprie statistiche e alimentare la fiducia del coach.Fabio Vignando marchia a fuoco anche con le proprie iniziali la vittoria di domenica dell’Assigeco Empire Bpl su Vado Ligure, che è valsa il ritorno in vetta con Treviglio e Forlì. Messi nello “starting five” i 208 centimetri del lungo di Portogruaro, Simone Lottici si è visto recapitare a domicilio una prestazione convincente, la migliore vista finora per efficacia e continuità: 20’ sul parquet, 4 4 da due, 1 2 da tre, 4 rimbalzi, 2 in attacco.Vignando ha mostrato voglia di esserci fin dalla palla a due: «È la seconda volta di fila che il coach mi dà fiducia per il quintetto iniziale, stavolta penso di averlo ripagato con una prova di buon livello - dice il 20enne lungo rossoblu -. Fa piacere, anche perché solo in questo modo posso mostrare i miglioramenti che ci sono stati da inizio anno.L’idea di venire all’Assigeco per potermi allenare in un certo modo insieme a un gruppo di giocatori forti, supportata dalla costante presenza in palestra e dal duro impegno nelle sessioni porta a qualche frutto interessante».Spazio ai giovani Simone Lottici ne ha sempre dato, allargandone il minutaggio per sopperire all’emergenza infortuni, piuttosto acuta negli ultimi tempi. Le sei vittorie filate dell’Assigeco sono anche conseguenza della risposta sul parquet degli “sbarbati”, tutti in grado di tenere il campo.Vignando, classe 1988, ha alternato buone prove iniziali a una flessione che ora sembra messa in archivio.«È il primo campionato intero che sto giocando: negli ultimi due anni a Firenze, per motivi vari, incluso l’infortunio al ginocchio, non ho avuto grosse opportunità - ricorda il giocatore arrivato al Campus la scorsa estate -. Ora riesco ad avere più continuità e questo mi aiuta a dare un contributo migliore alla squadra. Il coach dà spazio a tutti, sta a noi poi meritarlo. Da parte mia non posso fare altro che continuare a sudare in palestra: il lavoro paga. E non è solo una frase fatta».Da solo o in coppia con un altro lungo, a seconda delle esigenze tattiche del match, Fabio Vignando accumula esperienza evidenziando una mano “educata” nel tiro.All’ombra del canestro servirebbe anche una dose di cattiveria agonistica: «Questa al momento purtroppo manca un po’, probabilmente per una questione caratteriale (Fabio ha proprio la faccia da buono, ndr): è un aspetto sul quale devo migliorare». L’applauso che ne ha accompagnato l’uscita dal campo domenica contro Vado non è stato il solo “magic moment” del lungo Assigeco, che già a Jesolo si era ritagliato un momento di gloria: «Beh, si giocava vicino a casa, fra parenti e amici c’erano almeno trenta tifosi personali in tribuna che si sono fatti rumorosamente sentire alla presentazione delle squadre - una cinquantina di chilometri divide Portogruaro, città natale di Vignando, da Jesolo -. È stato come giocare in casa.Come mi trovo al Campus? Molto bene, divido l’appartamento con Castelli con il quale mi faccio tante risate. Sto bene con tutti in ogni caso, all’Assigeco siamo come in una grande famiglia».


Luca Mallamaci

Da il Cittadino

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