L’INTERTRASPORT COME L’INTER? PIU’ SI’ CHE NO…
Passateci l’accostamento calcio-basket. E’ un giochino simpatico per analizzare il momento che si trova a vivere la squadra trevigliese alla vigilia di “cinque finali”, così le ha definite il pivottone romano Lele Rossi le partite che mancano a chiudere la regular season.
In serie la capolista avrà: Casalpusterlengo in casa, Lumezzane in val Gobbia, Fidenza al PalaFacchetti, Omegna sulle sponde verbane del lago e di nuovo in casa il derby con Cremona.
Quale l’affinità con la formazione nerazzurra del presidente Massimo Moratti e, non scordiamolo, del compianto campione trevigliese Giacinto Facchetti, che ne è stato giocatore bandiera negli anni 60, poi dirigente e persino presidente? Anche l’Inter, capolista in serie A, come l’Intertrasport è giunta al momento topico della sua stagione: sabato giocherà una partita delicata, nella rincorsa al tricolore, sul campo del Genoa; mercoledì, poi, il “dentro o fuori” di Champions nella temibilissima trasferta di Manchester e, ancora, domenica la sfida ai viola della Fiorentina a San Siro. Destini comuni: entrambe vanno a caccia di vittorie per esaltare le rispettive ambizioni.
Ma le similitudini posso continuare, scendendo sul terreno di gioco: il playmaker biancoblu Francesco Guarino è lo Zlatan Ibrahimovic di Treviglio, il giocatore di estro e talento che con le sue invenzioni può trascinare i compagni. Il primo lo fa a suon di assist e canestri, il secondo con funambolici dribbling e gol da cineteca.
Come non trovare affinità tra i due capitani, entrambi carismatici leader in campo delle rispettive squadre: Luca Gamba come Javier Zanetti? Ci sta! Sia il castesta che il calciatori sono esempi di professionalità, impegno e longevità sportiva. Senza dimenticare fair-play e correttezza, un’altra qualità che li contraddistingue nella decennale militanza con le rispettive società.
Accostiamo il “gladiatore” Lele Rossi, pivot romano tifosissimo di Totti e C., all’ “imperatore” Adriano degli ultimi tempi: due giocatori che in campo lottano su ogni pallone, attaccanti nel Dna non disdegnano l’uno la difesa del prorpio canestro, l’altro il ripiego a metà campo per assistere i centrocampisti, ma all’occorrenza eccoli pronti a sfornare canestri e gol che da qui al termine della stagione peseranno il doppio. In fatto di talento puro il milanista Davide Reati, seppur molto più maturo di testa, è paragonabile a Mario Balotelli: due “under” capaci di recitare il ruolo di attori protagonisti. Il tiratore Andrea Raschi, con molti più minuti in campo e nelle gambe, è lo Julio Cruz dell’Intertrasport: un giocatore di sicuro affidamento quando alla squadra servono punti o gol per raddrizzare una partita.
Seppure nel calcio si giochi in 11 per volta e nel basket in 5, non meno importanti sono quelli che dalla panchina entrano in campo per dare il loro, a volte determinante, contributo.
Daniele Demartini, metà playmaker e metà guardia, lui sì un “vecchio” cuore nerazzurro, è un po’ lo Stankovic di Treviglio: corsa, pressing asfissiante sull’avversario, e all’occorrenza assist, punti (o gol) sempre utili alla causa. Gabriele Zanella, pivot mantovano roccioso ma dalla mano delicata, vale un mix tra la possanza fisica di Sulley Muntari e i piedi vellutati di Patrick Viera.
E i giovani Matteo Da Ros, Marco Planezio e Tommaso Milani: a loro auguriamo di seguire le orme… sportive di Davide Santon (classe ’91), capace di mettere a frutto le sue doti con caparbietà e impegno, sino a conquistare una maglia da titolare in mezzo a tanti giocatori più navigati ed esperti di lui.
E sulla panchina: qui sì che, tra una similitudine e l’altra, arriva anche una differenza. Perché se “100% Lino” Frattin è sì da considerarsi tecnico capace e vincente, alla stregua del… ben più remunerato collega Josè Mourinho diverso è l’approccio mediatico: personaggio e comunicatore, sempre sotto i riflettori, nel bene e nel male, il portoghese di Setubal; misurato e “calcolato” nelle esternazioni, sia positive che negative, il veneto nato a Washington. Entrambi guidano due sqaudra costruite per vincere, o almeno per provare a farlo.
Passateci l’accostamento calcio-basket. E’ un giochino simpatico per analizzare il momento che si trova a vivere la squadra trevigliese alla vigilia di “cinque finali”, così le ha definite il pivottone romano Lele Rossi le partite che mancano a chiudere la regular season.
In serie la capolista avrà: Casalpusterlengo in casa, Lumezzane in val Gobbia, Fidenza al PalaFacchetti, Omegna sulle sponde verbane del lago e di nuovo in casa il derby con Cremona.
Quale l’affinità con la formazione nerazzurra del presidente Massimo Moratti e, non scordiamolo, del compianto campione trevigliese Giacinto Facchetti, che ne è stato giocatore bandiera negli anni 60, poi dirigente e persino presidente? Anche l’Inter, capolista in serie A, come l’Intertrasport è giunta al momento topico della sua stagione: sabato giocherà una partita delicata, nella rincorsa al tricolore, sul campo del Genoa; mercoledì, poi, il “dentro o fuori” di Champions nella temibilissima trasferta di Manchester e, ancora, domenica la sfida ai viola della Fiorentina a San Siro. Destini comuni: entrambe vanno a caccia di vittorie per esaltare le rispettive ambizioni.
Ma le similitudini posso continuare, scendendo sul terreno di gioco: il playmaker biancoblu Francesco Guarino è lo Zlatan Ibrahimovic di Treviglio, il giocatore di estro e talento che con le sue invenzioni può trascinare i compagni. Il primo lo fa a suon di assist e canestri, il secondo con funambolici dribbling e gol da cineteca.
Come non trovare affinità tra i due capitani, entrambi carismatici leader in campo delle rispettive squadre: Luca Gamba come Javier Zanetti? Ci sta! Sia il castesta che il calciatori sono esempi di professionalità, impegno e longevità sportiva. Senza dimenticare fair-play e correttezza, un’altra qualità che li contraddistingue nella decennale militanza con le rispettive società.
Accostiamo il “gladiatore” Lele Rossi, pivot romano tifosissimo di Totti e C., all’ “imperatore” Adriano degli ultimi tempi: due giocatori che in campo lottano su ogni pallone, attaccanti nel Dna non disdegnano l’uno la difesa del prorpio canestro, l’altro il ripiego a metà campo per assistere i centrocampisti, ma all’occorrenza eccoli pronti a sfornare canestri e gol che da qui al termine della stagione peseranno il doppio. In fatto di talento puro il milanista Davide Reati, seppur molto più maturo di testa, è paragonabile a Mario Balotelli: due “under” capaci di recitare il ruolo di attori protagonisti. Il tiratore Andrea Raschi, con molti più minuti in campo e nelle gambe, è lo Julio Cruz dell’Intertrasport: un giocatore di sicuro affidamento quando alla squadra servono punti o gol per raddrizzare una partita.
Seppure nel calcio si giochi in 11 per volta e nel basket in 5, non meno importanti sono quelli che dalla panchina entrano in campo per dare il loro, a volte determinante, contributo.
Daniele Demartini, metà playmaker e metà guardia, lui sì un “vecchio” cuore nerazzurro, è un po’ lo Stankovic di Treviglio: corsa, pressing asfissiante sull’avversario, e all’occorrenza assist, punti (o gol) sempre utili alla causa. Gabriele Zanella, pivot mantovano roccioso ma dalla mano delicata, vale un mix tra la possanza fisica di Sulley Muntari e i piedi vellutati di Patrick Viera.
E i giovani Matteo Da Ros, Marco Planezio e Tommaso Milani: a loro auguriamo di seguire le orme… sportive di Davide Santon (classe ’91), capace di mettere a frutto le sue doti con caparbietà e impegno, sino a conquistare una maglia da titolare in mezzo a tanti giocatori più navigati ed esperti di lui.
E sulla panchina: qui sì che, tra una similitudine e l’altra, arriva anche una differenza. Perché se “100% Lino” Frattin è sì da considerarsi tecnico capace e vincente, alla stregua del… ben più remunerato collega Josè Mourinho diverso è l’approccio mediatico: personaggio e comunicatore, sempre sotto i riflettori, nel bene e nel male, il portoghese di Setubal; misurato e “calcolato” nelle esternazioni, sia positive che negative, il veneto nato a Washington. Entrambi guidano due sqaudra costruite per vincere, o almeno per provare a farlo.
Forse per questo agli occhi dei tifosi, che a loro affidano le speranze di scudetto, champions o promozione che sia, sono degli… “Special One”.
STEFANO RIVOLTELLA
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