Acegas Trieste: presentato il primo acquisto, Andrea Colli
Boniciolli: “Andrea perché uomo di temperamento” Colli: “affascinato dal progetto”
Nella calda mattinata triestina, presso il quartier generale della Pallacanestro Trieste 2004 di via Locchi, è stato presentato il primo acquisto della stagione 2009/2010, Andrea Colli, una sorta di ritorno a casa essendo triestino doc, tassello giovane ma importante del roster che si va delineando.
Andrea Colli, nuova avventura a casa suaCome di consueto, il consulente operativo dell’Acegas Trieste Matteo Boniciolli, inquadra la scelta, sposata in toto anche da coach Bernardi, di firmare Colli: “ci tengo a precisare che non abbiamo preso Andrea per una questione di età o di triestinità, ma semplicemente perché è un giocatore valido, di temperamento. Nonostante la sua giovane età, i suoi anni passati a Siena (con 2 titoli giovanili vinti) e i due di Sant’Antimo in A Dilettanti, fanno di lui un atleta da considerare esperto; Bogdan Tanjevic soleva dire che a volte l’esperienza è solo l’accumulo di tanti errori fatti precedentemente, per cui ha un valore relativo. Io credo che un ragazzo, seppur giovane ma con già anni di pallacanestro giocata a buon livello alle spalle, è pronto per dare qualità alla squadra.Ala forte di 2 metri, gioca da numero “4” ma, supportato dai trascorsi della Ginnastica Triestina, posso dire che ha mani per giocare anche da esterno, e sarà quanto mai utile vista l’assenza di Cigliani nella prima fase della stagione. Ribadisco però che il primo forte motivo di convincimento per noi è stato il temperamento del giocatore, ragazzo che come altri della passata stagione, è capace di versare una goccia di sudore in più, in allenamento e in partita.”La nuova Acegas che prende corpo assume sempre più la forma di un nucleo ancora più giovane, battagliero e con una fisicità importante: “il biennale proposto a Colli va nella direzione intrapresa lo scorso anno e in nome della continuità, come il nuovo biennale di Lenardon, quello di Benevelli, e le conferme di Marisi, Cigliani e Bocchini. Un roster che, con l’ormai scontata conferma di Spanghero e l’innesto di altri under, sarà ringiovanito ulteriormente, questo in nome di regolamenti per la categoria che sono giusti in linea di massima, ma che spesso cozzano con la cruda realtà dei numeri; e’ come la massima che un bicchiere di acqua nel deserto costa più di un bicchiere d’acqua in città….Di certo l’imprinting che stiamo dando alla squadra non esce dai binari tracciati lo scorso anno, anche per quello che riguarda i giovani talenti nostrani; la speranza che noi coltiviamo è che Cigliani e Colli fungano da precursori di una nuova inversione di tendenza in cui i triestini validi non debbano emigrare in giro per l’Italia, ma facciano le fortune nella propria città, perlomeno performandosi inizialmente. Quindi lo stesso discorso vale per Diviach, Metz, Crotta….”Alla fine come sarà questa A Dilettanti?“sarà molto dura, lo sforzo nostro fatto l’anno scorso parla di 4 formazioni su 64 promosse nella A Dilettanti, e questo è la più credibile proporzione per far capire l’obiettivo raggiunto. Siamo pronti a cavalcare la nuova stagione con un gruppo coeso, che conosce i metodi di lavoro di coach Bernardi e che si conosce, aggiungendo una fisicità maggiore, soprattutto verso l’area pitturata. Probabilmente il prossimo campionato avremo 4 giocatori sopra i due metri e con un tonnellaggio considerevole, ma soprattutto avremo gli ingredienti che a me e Bernardi piacciono particolarmente: energia, entusiasmo e sfrontatezza.”Due parole anche del “nuovo-vecchio” arrivato, Andrea Colli: “ci tengo anch’io a precisare da subito che la scelta di Trieste non è ricaduta perché sono triestino o perché avrò il piatto di mamma pronto in tavola, bensì per un progetto che mi ha affascinato. Parlando con Matteo (Boniciolli ndr.) ho capito che dall’anno scorso si respira un aria nuova in città, dopo gli anni bui delle scorse stagioni, più certezze e obiettivi importanti. Certo, da triestino è ovvio che per le vittorie varranno il doppio e le sconfitte faranno arrabbiare altrettanto, ma so di essere in buone mani, da chi conosco e stimo come Boniciolli e Paolo Paoli, al coach che ho sentito telefonicamente, e a tutto il gruppo. Il mio ruolo? Sapendo di fare inca….re Matteo (sempre Boniciolli ndr.), dico che mi sento un numero “4”, offensivamente parlando, mentre per la difesa non ho problemi a correre dietro ad un esterno o fare “sportellate” con un numero “5”. Una cosa sono certo, questa estate devo lavorare per mettere palla a terra, cosa che ancora non faccio adeguatamente.”Ultima chiosa di Matteo Boniciolli ad un partente rimpianto: Carlo Di Gioia, nonostante la richiesta societaria e pur ringraziando, se ne va vicino a casa in serie C1, pronto anche ad allenare una squadra di ragazzini. Come fu Pino Corvo nella promozione di qualche anno fa, così Carlo Di Gioia è leader silenzioso che avrebbe fatto molto comodo a coach Bernardi, purtroppo la scelta di vita costringe ai saluti ma eredita un indelebile ottimo ricordo.
Raffaele Baldini da BASKETNET
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